Studi e ricerche

  1. A) Vittimologia del Reato Ambientale.

Affrontare un argomento relativamente nuovo, magari in contrasto con una cultura accettata e dominante, assume, spesso ed inevitabilmente, il carattere di una provocazione.

Affrontare un argomento poco percepito socialmente, il reato ambientale, utilizzando un approccio innovativo e poco conosciuto, vale a dire “l’approccio vittimologico” è, volutamente, una scelta provocatoria, ma, alla luce delle dimostrazioni che verranno portate, crediamo sia una scelta doverosa per chi si occupa di criminologia e dintorni. Analizzando le statistiche ufficiali sarà possibile dimostrare facilmente che, molto più degli omicidi e degli incidenti stradali, sono le cause ambientali (a seguito di veri e propri reati e/o di scelte umane non ancora racchiuse tra le fattispecie di reato tuttora vigenti), a rappresentare la principale causa di morte nel mondo industrializzato. Nonostante questo, le vittime di scelte ambientali volute e/o provocate dall’uomo sono ancora poco riconosciute e percepite come tali dall’opinione pubblica e quasi per nulla considerate nelle scelte politiche.

http://scriptaweb.eu/Catalogo/vittimologia-del-reato-ambientale

 

  1. B) Armi da fuoco. Tendenze e contraddizioni italiane.

È uno studio che rende conto delle centinaia di vite spezzate nel corso degli anni, uccise da colpi di pistola o di fucile. È uno studio importante perché denuncia apertamente la responsabilità della politica rispetto alla scelta di non intervenire dal punto di vista legislativo su un fenomeno che, “almeno in Parlamento, deve essere già conosciuto”. Quasi un italiano su 10 possiede un arma da fuoco. Tutti i più avanzati studi dimostrano che ad un aumento del numero di armi corrisponde, in maniera quasi perfettamente lineare, un aumento dei morti. In Italia, già adesso, il 43,2% dei femminicidi viene commesso con un’arma da fuoco. Nonostante le numerose ricerche svolte ed i dati ufficiali, sono state promulgate o sono al momento in discussione al Parlamento Italiano proposte di legge per agevolarne l’uso, l’ultima delle quali porta ad avvicinare anche i minorenni alle armi da fuoco. Sembrerebbe esserci, associata alla tendenza ad armarsi, una contraddizione nella risposta politica a tale tendenza, contraddizione diretta a creare i presupposti per un aumento del crimine invece che a un aumento della sicurezza.

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